Genova, alluvione nella notte: una vittima

De Luise: «Non lasciate morire Genova»

Una persona morta nella zona Brignole, fiumi esondati, strade allagate e in black out. E’ il tragico bilancio dell’alluvione che ha colpito la città di Genova nella notte. Le forti piogge sono iniziate giovedì sera, e sono continuate per oltre due ore, scaraventando sulle abitazioni 120 millimetri d’acqua, che hanno invaso le strade trascinando via le auto parcheggiate, che hanno cominciato a galleggiare lungo i marciapiedi. Parte della città è rimasta al buio a causa di black out. L’esondazione del Rio Fereggiano ha trascinato via alcune auto parcheggiate, cartelli stradali e allagato la zona dietro lo stadio Ferraris. Si tratta degli stessi torrenti dell’alluvione del 2011, nella quale morirono sei persone. Poco prima dell’una di notte di giovedì, in via Canevari, all’imbocco del tunnel che collega la zona di Genova Marassi con quella della fiera, proprio dove il Bisagno ha rotto gli argini è stato rinvenuto il corpo senza vita di un 57enne che abitava nei pressi di Brignole. Secondo ricostruzioni, la vittima è stata trovata vicino alla fermata del bus, portata via dal Bisagno in piena.

Su Genova si è abbattuta anche una tempesta di fulmini e ci sono stati blackout elettrici in diversi quartieri della città. Poi, nella notte è esondato anche lo Sturla, torrente del quartiere levante della città. Intanto è già tempo di polemiche per la mancata allerta meteo non segnalata. Il sindaco Marco Doria ha spiegato «Stiamo parlando di una giornata in cui l’allerta non ci è stata comunicata» dopo la conclusione della riunione operativa di questa mattina

Non ci sono però dispersi, come si temeva in un primo momento. Il comandante dei vigili del fuoco di Genova ha rassicurato la popolazione: sulla base delle informazioni non ci sono ricerche in atto. “Stiamo facendo un lavoro incessante”, ha detto a Sky Tg24. Proseguono da parte di carabinieri, polizia e vigili del fuoco le operazioni nelle strade dove la furia del Bisagno ha accatastato auto e motorini, dietro la stazione di Brignole dove la scorsa notte è stato rinvenuto il cadavere dell’uomo di 57 anni, un genovese residente nello stesso quartiere. Per tutta la notte le forze dell’ordine hanno effettuato anche servizio di antisciacallaggio, visto che la città è stata colpita quasi interamente da un blackout.

Alluvione, De Luise: «Non lasciate morire Genova»
La presidente provinciale di Confesercenti si rivolge direttamente alle istituzioni, chiedendo una semplificazione delle modalità e certezze sui tempi di accesso al credito per le imprese colpite dall’ennesima alluvione. Ma chiede anche si facciano, ora e senza perdere altro tempo, quelle opere sempre rimandate ed essenziali. A partire dallo Scolmatore del torrente Bisagno.

«Le imprese di Genova e della Liguria sono già reduci da esperienze tragiche e paradossali del dopo alluvione: banche che concedono plafond per gli alluvionati, ma poi rifiutano di erogare i finanziamenti perché le aziende alluvionate non sono bancabili (sic!), procedure di risarcimento con fondi pubblici che pretendono il pagamento regolare dell’inps per poter far accedere ai fondi chi non ha più i soldi per mettere insieme il pranzo con la cena, e così via.

«Crediamo che, dopo le tre alluvioni abbatutesi su Genova negli ultimi quattro anni, si debba dire basta anche all’annegamento da burocrazia. E chiediamo un impegno del Governo, del Parlamento, della Regione e del Comune affinché questa volta i soldi non arrivino dopo tre anni, e affinché l’accesso alle misure di emergenza sia garantito a tutti.

«In questo momento ci sono una vallata e vari pezzi di città che sono letteralmente esclusi dall’economia e dalla socialità della Città metropolitana, autentici buchi neri che hanno bisogno di una mano concreta. Quanto si è fatto in passato – lo diciamo chiaro – non può bastare.

«Sbloccate i cantieri dello Scolmatore del Bisagno, non lasciate morire Genova. Non interessano le polemiche, non interessano le discussioni interminabili su ciò che non si è fatto per decenni. Si faccia quel che si deve fare, chiudiamo definitivamente un capitolo luttuoso, fatto di disastri annunciati, scaricabarile, pressappochismo e incoscienza»

 

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