Criminalità, Assemblea Sos Impresa-Rete per la legalità. Bubbico: “Basta con la retorica dell’antimafia. Sosterremo iniziative concrete”

Vivoli: “Continuiamo la nostra lotta. Gli imprenditori vivono nella paura”

usura

Il “coraggio della denuncia” deve avere un riconoscimento pubblico. L’impresa che si espone, che denuncia, deve avere un vantaggio competitivo nell’aggiudicazione delle gare e delle forniture pubbliche rispetto a chi paga o è sottomesso al ricatto mafioso. Sta qui la vera innovazione che va introdotta nella legislazione di contrasto al racket ed all’usura.

E’ questo uno dei passaggi del documento che ha aperto oggi a Roma i lavori dell’assemblea di SOS Impresa – Rete per la Legalità, al quale hanno preso parte il vice ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, il presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli, il Commissario straordinario Iniziative Antiracket e Antiusura, Santi Giuffrè, il presidente di Sos Impresa, Luigi Cuomo e quello di Rete per la Legalità, Lorenzo Diana.

“Quello della legalità e della sicurezza di imprese e cittadini – ha detto Vivoli intervenendo – è un tema drammaticamente importante. Per questo la nostra Associazione si è sempre impegnata non solo nel denunciare il condizionamento esercitato dalle mafie nel tessuto economico e sociale del Paese, ma ha scelto di aiutare, concretamente, gli imprenditori in difficoltà, mettendo a disposizione una rete di strutture sul territorio pronte ad offrire ascolto e collaborazione alle vittime della criminalità. L’allarme di una criminalità sempre più diffusa – ha aggiunto il presidente di Confesercenti – ha fatto emergere nel Paese con sempre maggiore forza una vera e propria ‘questione della legalità’ che si pone, purtroppo, ad ogni livello. E gli imprenditori vivono nella paura, si sentono costantemente in pericolo, sentono che la vita in un negozio è più rischiosa di ieri. Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo, a mettere a disposizione le nostre strutture e la nostra esperienza ventennale per un Progetto unitario di tutta l’imprenditorialità italiana per la difesa della legalità. Forti di quanto fatto fino ad ora – ha concluso Vivoli – continueremo la nostra lotta a fianco degli imprenditori contro l’illegalità per un’Italia più onesta, più giusta e più forte”.

Anche il vice ministro Bubbico, nel suo intervento di saluto, ha sottolineato la necessità “di contrastare la retorica dell’antimafia e sostenere le iniziative concrete a sostegno degli imprenditori e delle vittime”.
“La straordinaria emergenza sul territorio – ha detto Santi Giuffrè – impone delle priorità ed il nostro impegno è quello di riportare all’attenzione il fenomeno del racket e dell’usura tra queste priorità. Il nostro lavoro ha portato, in questo anno di attività, ad una riorganizzazione dell’ufficio del Commissario, a nuove modalità di confronto con le prefetture e di dialogo con gli utenti. Abbiamo investito sull’informatizzazione perché il nostro principale obiettivo è la celerità delle pratiche. Serve l’impegno di tutti – ha concluso il Commissario Straordinario Iniziative antiracket e antiusura – Stato, parastato ed Associazioni, per praticare la legalità e sconfiggere l’illegalità”.

I tredici rapporti di Sos Impresa hanno fotografato ed analizzato la modernizzazione imprenditoriale delle mafie. L’imprenditore – è stato ricordato oggi – non si confronta più solo con organizzazioni criminali predatorie esterne all’impresa: oggi siamo di fronte anche ad holding mafiose che gestiscono interi settori dell’economia legale, condizionando il mercato, lo sviluppo e la produttività delle imprese.
“Si è conclusa una stagione della lotta alle mafie – ha detto il presidente di Sos Impresa, Luigi Cuomo – è tempo di aprirne una nuova che elimini l’autoreferenzialità, aprendo in modo concreto al territorio e soprattutto alle vittime”.

 

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