Istat: Confesercenti, confermata frenata della crescita, piccolo commercio in panne. Serve forte segnale di discontinuità, accelerare su rivoluzione fiscale

 

Crescita in frenata e piccolo commercio in panne. Dall’Istat arriva la conferma della riduzione del nostro tasso di sviluppo, con il Pil in rallentamento di quasi 4 punti decimali rispetto ad una previsione di già bassa (all’1,5%). A certificare il momento difficile anche le stime delle vendite al dettaglio, che a giugno diminuiscono ancora. Ad essere colpite soprattutto le piccole imprese del commercio che nei primi sei mesi dell’anno hanno perso l’1,5% del fatturato.

Così Confesercenti commenta i dati Istat su Pil e commercio al dettaglio diffusi oggi.

A pesare anche gli eccessi di liberalizzazione e l’assenza di regole del web, che hanno spostato verso grande distribuzione e commercio online parte dei fatturati. Lo squilibrio tra le forme distributive è un problema che l’esecutivo deve affrontare prima che la rete di vendita di vicinato venga completamente marginalizzata. Ma, in generale, è la spesa delle famiglie che non lancia segnali positivi, con consumi stagnanti dovuti ad un potere d’acquisto debole. Per questo serve una terapia d’urto che dia un forte segnale di discontinuità ed aiuti famiglie e Pmi ad uscire da un orizzonte di precarietà. Il Paese non può più attendere: con la prossima legge di bilancio cittadini ed imprese attendono non solo il blocco degli aumenti IVA imposti dalle clausole di salvaguardia, che renderebbero ancora più grave la situazione, ma anche e soprattutto la rivoluzione fiscale annunciata: una svolta necessaria per fa ripartire tutta l’economia.

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