Carburanti, Faib: le quotazioni del greggio calano, i prezzi alla pompa meno. Chi ci guadagna?

Lo studio Faib: se il petrolio fosse gratis italiani pagherebbero comunque la benzina 1,2 euro a litro

Da una indagine svolta dalla Faib Confesercenti, prendendo a riferimento i prezzi e le quotazioni degli ultimi tre mesi dei carburanti, Giugno/Agosto, emerge una verità alquanto imbarazzante sulle dinamiche della composizione del prezzo finale che gli italiani devono pagare alla pompa.

Per assurdo, come viene dimostrato dalle nostre elaborazioni, qualora i Paesi produttori di greggio ci dovessero regalare la materia prima e quindi il barile a quotazione € 0,00, saremmo condannati a pagare – a costi di produzione/lavoro costanti e senza ulteriori aggravi- per ricoprire i costi della raffinazione, quelli dello stoccaggio e quelli della distribuzione primaria e secondaria, le accise e l’iva, la benzina a € 1,200 al litro e il gasolio a € 1,050.

Ma questa ipotesi, puramente accademica, in realtà non esiste e serve per far comprendere come dalla riduzione del costo del greggio nessuno si può attendere una riduzione percentuale di pari importo a quella registrata per la cessione del greggio, perché non si considera il dato dell’incomprimibilità di alcune voci della componente dei costi della benzina e del gasolio. Innanzitutto le accise e l’iva che da sole coprono il 63 e il 60 % medio dei prodotti petroliferi e sono sostanzialmente fissi, insensibili alle variazioni del prezzo del barile e del cambio euro/dollaro; stesso discorso per il costo industriale, per il quale alcune componenti sono fisse e concernono i costi della logistica e del funzionamento e il costo del lavoro e degli occupati nella filiera petrolifera. Anche questi sono costi insensibili alle variazioni dell’andamento del greggio. La parte variabile è esclusivamente quella legata al prezzo d’acquisto della materia prima che copre appena il 21% della benzina e il 25% del gasolio e in quota parte al margine lordo che in ogni caso non supera ad oggi il 13% medio.

Se poi si considerano le varie offerte presenti sul mercato e i prezzi praticati in modalità self si vede che il prezzo industriale Italia è in linea con il prezzo medio dell’UE, e in qualche caso più basso. La riduzione che sarebbe ragionevole dunque attendersi sarebbe la diminuzione del prezzo del greggio in rapporto al prezzo industriale, depurato dalle componenti fisse. E ciò è quello che in parte avviene.

Considerando che la quotazione della materia prima è passata da € 0,344 di giugno a circa € 0,280 di agosto, registrando una diminuzione del 20% nei tre mesi, mentre il prezzo medio alla pompa è passato da € 1,623 /lt a 1,568 /lt per la benzina con una diminuzione solo del 4 % , mentre per il gasolio siamo passati da 1.504 lt a 1,399 lt con una diminuzione del 7 %: gli italiani hanno si ragione quando sostengono che a variazioni in diminuzione del greggio non corrisponde la stessa percentuale in diminuzione alla pompa, ma va considerato che la riduzione è stata comunque registrata sulla parte mobile del costo!

Gli italiani hanno ragione ma sino a quando lo stato non interviene sulle accise rendendole flessibili come le quotazioni della materia prima , questo non potrà mai accadere, e i consumatori italiani se ne dovranno fare una ragione.

 

 

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